Allerta tonno in scatola: “Fa malissimo, ecco quale!”

Il tonno in scatola è una delle forme di prodotti alimentari scatolati che riescono a dividere di più l’opinione ma anche il gusto comune, soprattutto nel loro impatto sulla salute, soprattutto quando la carne di questo apprezzato prodotto ittico viene legata al contesto generalizzato alla presenza di mercurio, che naturalmente è tossico.

Tuttavia spesso siamo portati a fare una naturale, quanto parzialmente giustificata confusione quando si parla della qualità del tonno in scatola, e non solo, perchè essendo un prodotto a dir poco pratico e molto utilizzato, viene spesso considerato dannoso a prescindere, generalizzando. E’ però possibile comprendere quali tipologie di tonno in scatola preferire, evitando le varietà meno “buone”.

Allerta tonno in scatola: a cosa fare attenzione

Il tonno in scatola infatti, se opportunamente scatolato e conservato, oltre che consumato nel giusto contesto, non perde alcuna proprietà organolettica, quindi in buona sostanza “fa bene” quanto quello fresco ed al tempo stesso manifesta la stessa potenziale fonte di problemi. La presenza di due specifiche criticità riesce ad impattare in modo negativo sul loro contesto.

La presenza di metilmercurio, ovvero la varietà più dannosa per il nostro organismo, e quella meno impattante ma comunque da rilevare legata al sodio che si trova nel tonno. Il primo, il metimercurio non viene “sviluppato” dalla scatola come magari si può pensare ma viene assorbito dal pesce quando è ancora nei mari oppure oceani, a causa della sua alimentazione.

Come scegliere il tonno in scatola

Il metilmercurio viene scarsamente tollerato dalla specie umana che oltre una quantità piuttosto ridotta, può soffrire dell’intossicazione da mercurio non essendo in grado di gestirlo. Ma come scegliere il tonno in scatola che “fa meno male”? Importante è la provenienza ma anche dove questo viene scatolato, infatti il pesce in scatola non è mai tutto uguale.

  • Conviene evitare il tonno che viene pescato da aree sovraffollate e magari dove costa di meno, oltre che dalle zone inquinate
  • Quindi riconoscere le aree da evitare sono le zone FAO 61, 67 e 71 nell’Oceano Indiano, zona centroamericana e Atlatica settentrionale

Sostanzialmente il tonno in natura assorbe, naturalmente senza saperlo, ciò che è presente nel loro habitat naturale. Anche il come viene inscatolato incide sull’impatto sulla nostra salute per questo motivo conviene evitare quelli non scatolati nell’Unione Europea, ambito che viene soggetto a maggiori controlli durante la fase di pesca e stoccaggio.

Il tonno in scatola se di buona qualità può essere consumato fino a 2-3 volte a settimana ma va evitato a chi è particolarmente soggetto ad intossicazioni di metilmercurio (il tonno resta una specie molto “a contatto” con questo elemento ma a parità di peso ne contiene di meno rispetto ai pesci più grandi), come le donne incinte o gli anziani. Va evitato anche da parte di chi soffre di ipertensione, a causa della presenza di sodio.

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